[please redial your call (except you don't mind it or give anybody the creeps worrying about hiding that you mind it so nobody's feelings will be hurt)]

Saturday 28 September 2013

Aspettando, aspettando...

Passare la vita ad aspettare. E quando la vita è oramai passata, accorgersi che non è successo nulla e che oramai è troppo tardi.

Thursday 5 September 2013

Ci sono manie e manie

Così come si dice che la notte porta consiglio, questa notte il riposo deve aver sgombrato la mia mente dalle preoccupazioni del giorno prima, visto che al risveglio mi sono trovato profondamente immerso in riflessioni su me stesso - riflessioni dal sapore fortemente rivelatorio e che questa volta sono riuscito, correndo in cucina a prendere il taccuino, a non lasciar evaporare come solitamente accade coi sogni... 

Credo dunque di essere un maniaco, non in maniera normale però, bensì maniacale: il ground state di un maniaco in maniera normale consiste infatti nel fissarsi su certe idee o comportamenti senza assolutamente prendere in considerazione alternative; a me invece piace sì fissarmi, ma l'oggetto delle mie fissazioni è variabile; è questo ciò che definisco essere maniaci in maniera maniacale.

Le mie manie non sono dunque fisse, ma variabili nel tempo, andandosi così a integrare vicendevolmente e componendo uno spettro di interessi la cui ampiezza è sicuramente tipica più della persona apparentemente normale che di quella normalmente maniaca; tuttavia, però, non si tratta tanto di specifiche manie l'una dall'altra distinta, quanto piuttosto di un'unica mania recondita, posta cioè a un livello di astrazione più in alto - o meglio più in basso: un'iper-mania (o ipo-mania?), una mania dietro le mie manie esplicite, una mania dietro le quinte alla regia delle altre... Domandarsi quale sia il senso della vita non equivale forse a domandarsi che cosa ci sia di interessante in essa? E trovare qualcosa di interessante non è forse seguire una mania? E allora, se così fosse, crearsi una vita, un'identità, proprio nel senso quotidiano di ciò, non equivale a trovare equilibri per collegarle tra di loro, queste tante manie? 

A questo punto, abituati a una certa normalità (ovvero a un certo gruppo di manie che interagiscono tra di loro in maniera uniforme, stabile, che si ha cioè coscientemente o meno sotto controllo), sorprendere una mania con un'altra che a prima vista nulla sembra avere in comune con la prima, o guardare una vecchia mania da un nuovo punto di vista, non potrebbe corrispondere al comportamento stravagante di qualcuno, o magari alla buona idea di qualcuno più normale? (E ancora, per esempio, quando, non avendo ancora capito cosa sia l'amore, la ferita di qualcuno che amiamo e che ci tradisce non è semplicemente l'epifania di una mania?)

Questa mania che giace più in profondità, nell'architettura del mio essere, è allora forse una mania di come collegare tra loro le mie manie? Fatto sta che è come se ci fossero due persone in me: il padrone e lo schiavo; quest'ultimo è un semplice maniaco, il quale viene sfruttato dal primo per soddisfare ai suoi bisogni di conoscenza, o, se volete, con un linguaggio più tecnico ma anche più scarno, per acquisire informazioni. In generale lo schiavo viene sfruttato dal padrone, nel senso che il padrone ordina allo schiavo ciò di cui si deve occupare in maniera maniacale; lo schiavo va e incomincia a occuparsi in maniera maniacale di ciò che il padrone gli ha indicato, mentre quest'ultimo se ne rimane chiuso nel suo palazzo seduto sulla sua poltrona di fronte alla finestra che domina il panorama e incomincia a ricevere le informazioni che lo schiavo incomincia a mandargli; sulla base di queste ed eventualmente altri input, siano essi memorie o input esterni del momento, prima o poi l'opinione del padrone si trasforma, per cui lo schiavo viene richiamato e gli viene impartito di abbandonare la vecchia mania e di incominciare a occuparsi di una nuova. 

Lo schiavo manca della capacità di pensare in maniera critica, bensì sa solo ubbidire come un soldato che esegue gli ordini del suo comandante: ha un modo di comportarsi normalmente maniacale. Il padrone invece ha un modo di essere maniaco per così dire "frattale": le manie dietro cui lo schiavo viene fatto correre infatti tendono a ripetersi in mezzo a quelle nuove che compaiono; poi queste nuove prendono pure a comparire di nuovo, in mezzo a quelle più vecchie, e a quelle più nuove; l'insieme delle manie forma così una struttura che tende a replicarsi a tutte le scale di grandezza. Evidentemente il mio modo di essere maniaco in maniera maniacale consiste in questa struttura dinamica delle manie, mentre un insieme statico di manie corrisponde a un modo normale di essere maniaci.

Tuesday 3 September 2013

Click sbagliati

- Ci sei ancora?
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- ...
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- Mi sa di no...
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- Certe volte capita anche a me... Si spinge il tasto sbagliato, la pagina si chiude e se si prova a tornare indietro, non viene ricaricata... 
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- Peccato... Per te intendo: mi avevi rimontato...
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- Much aido about nothing: e va be', capita... 
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- Oh, io i punti me li son presi, spero che tu non ti sia offeso per questo... Sai com'è, tanto tu oramai... Sarebbe stato un peccato lasciarli lì... 
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- Cioè, peccato non sarebbe stato in quanto, come tu  ben sai, l'indispensabile è invisibile, e quindi lasciare quei punti lì sarebbe stato un simbolo di rispetto... 
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- "Rispetto": ah, questa parola dimenticata... 
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- Sì, lo so, probabilmente è solo una questione soggettiva, o forse interattiva...